domenica 15 dicembre 2013

PIOGGE ARTIFICIALI IN ITALIA DAL 1947
sabato, 30 novembre 2013
Cloud Seeding- Observing clouds in the freezer: Irving Langmuir,Vincent Schaefer & Bernhard Vonnegut 1946

La capacità di generare precipitazioni, nebbie e tempeste sulla terra per modificare le condizioni meteorologiche,quindi la produzione di condizioni meteorologiche artificiali, fa parte di un pacchetto integrato di tecnologie militari. Questo e altro rivela il Documento AF 2025 del Rapporto Conclusivo AF 2025 dell’Aviazione Militare degli Stati Uniti.
La manipolazione del tempo atmosferico può essere diretta contro paesi nemici o “nazioni amiche” senza che se ne rendano conto, può essere usata per destabilizzare sistemi economici, ecosistemi e agricolture, può sconvolgere i mercati finanziari e delle materie prime,scrisse Michel Chossudovsky.
Ciò nonostante, la manipolazione climatica e meteorologica non è stata mai considerata rilevante nel dibattito sul Clima.
Il cloud seeding,
come progetto di ricerca militare degli Stati Uniti, è iniziato nei primi anni ’30, ma già nel 1915 sono riportati successi nel tentare di provocare la pioggia.
Molti negano che si possa influire in modo consistente su fenomeni meteorologici come le piogge o le tempeste, considerando come giustificazione le sperimentazioni del passato, che sono classificate il più delle volte un insuccesso (vedi Progetto Stormfury e Inseminazione delle nuvole).
C’è da chiedersi però la ragione della proliferazione di questo tipo di programmi in tutto il mondo.Lo illustra questa MAPPA .
Il “Progetto Pioggia” è ufficialmente la prima sperimentazione italiana di inseminazione delle nuvole e fu realizzata in Puglia negli anni ottanta.
Il documento esposto in seguito,presentato da Antonio SERRA, racconta di attività antecedenti. Le prime sperimentazioni per influire sulle precipitazioni iniziarono nel 1947. Gen. Antonio SERRA fu Capo del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica
Leggiamo:
Tra il 1947 ed il 1951 furono realizzate numerose altre serie di esperienze in vari paesi come in Australia (22>23), in Canada (21), in Africa orientale (25), in Algeria (26), nello Stato di Israele (27), in Francia («. ».30), in Italia (31-32).
A.SERRA conclude :
Risultati molto promettenti delle tecniche di nucleazione artificiale dell’atmosfera, finora adoperate, per riconoscimento quasi unanime, si sono avuti dalle cosiddette formazioni nuvolose orografiche e semiorografiche, cioè legate alla presenza di catene di montagne e dicolline sufficientemente alte, mentre nelle zone di pianura i risultati ottenuti non sono statisticamente apprezzabili. Ciò potrebbe far pensare alla possibilità di operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta, occorrenti poi per la irrigazione delle zone piane. Non vi è dubbio, alla luce dell’attuale conoscenza, che esperimenti del genere siano promettenti di fecondi risultati, sia nel campo della ricerca puramente scientifica che delle pratiche applicazioni.

DOCUMENTO COMPLETO
II problema della trasformazione artificiale delle condizioni meteorologiche(*)

by A.Serra
Ricevuto il 1 Febbraio 1963
RIASSUNTO.
Sono esposti brevemente i principali piani ili esperienza di laboratorio e campali realizzati dal 1947 al 1960 relativamente alla modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche in generale e della induzione
artificiale delle precipitazioni atmosferiche.
Successivamente sono descritti i principi su cui sono fondate le tecniche più note sulle operazioni di induzione provocata delle precipitazioni atmosferiche.
Infine sono trattati brevemente gli aspetti del sudetto problema ancora aperti alla ricerca e le varie possibilità pratiche di intervento dell’uomo sulla modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche.

I . – INTRODUZIONE.
È di vecchia data l’ambizioso sogno dell’uomo di soggiogare alla
sua volontà le immense forze della natura, che governano le condizioni meteorologiche e la loro evoluzione. Tuttavia la impostazione su basi scientifiche di un tale problema, che tanto fervore di ricerche oggi suscita
nel mondo, risale a poco più di due decenni, cioè alle prime esperienze di laboratorio e campali effettuate da I. Langmuir (l) e V. J . Schaefer (-),nel 1946 negli U.S.A. I tentativi fatti, anche in tempi relativamente recenti, come alla fine del secolo scorso ed agli inizi dell’attuale, da J . P. Espy (3), E . Powers L. Gathman (5) negli U.S. A., A. W. Veraart (6)
In Olanda, sebbene possano vantare una certa priorità nell’uso di tecniche adoperate successivamente con maggior fortuna, mancarono sempre di una adeguata preparazione scientifica e si ridussero a tentativi sporadici
senza successo. La soluzione del problema è intimamente legata alla conoscenza delle leggi che regolano fenomeni complessi, non ancora pienamente conosciuti della fìsica delle nubi e delle precipitazioni, degli scambi energetici nell’atmosfera, della circolazione atmosferica. La conoscenza di tali fenomeni deve, necessariamente, essere estesa oltre i limiti della troposfera essendo essi collegati ad altri fenomeni che avvengono in zone sempre più vaste dell’alta atmosfera e dello spazio cosmico.
Il vasto campo della « modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche » si suddivide, a sua volta, in campi che, sebbene di più limitata portata, sono tuttavia di enorme importanza scientifica e pratica,sia nelle attività civili che militari, come ad esempio, quelli relativi all’induzione e incremento artificiale delle precipitazioni atmosferiche,
al dissolvimento di strati nuvolosi e della nebbia, alla eliminazione o riduzione della grandine, alla eliminazione ed attenuazione di perturbazioni violente come uragani, cicloni tropicali, ecc.
I I . – ESPERIENZE DI MODIFICAZIONE DELLE CONDIZIONI METEOROLOGICHE EFFETTUATE DAL 1947 AL 1960.
Dopo le su citate esperienze di laboratorio di J. Langmuir, V. J. Schaefer e quelle successive di B. Vonnegut (;), furono effettuate, negliU.S.A., dal 1947 al 1951, due serie di esperienze campali, con largo uso di mezzi terrestri ed aerei, sia n»lle operazioni sia nelle osservazioni dei risultati, note col nome di «Project Oirrus » e « Cloud Physics Project».
Queste esperienze si possono considerare fondamentali per l’ulteriore evoluzione di queste ricerche. Nella prima serie d’esse (Project Oirrus), sovvenzionata dalla organizzazione militare e affidata alla direzione di
1. Langmuir e V. J . Schaefer, f u data la prova tangibile della possibilità di indurre artificialmente la precipitazione, di dissolvere parzialmente o totalmente determinati sistemi di nubi ed, in genere, di alterare le condizioni meteorologiche naturali. I risultati pubblicati e discussi in numerosi lavori (*• 10- u ‘ 12′ 13′ ls) non mancarono di suscitare moltesperanze e, come spesso accade, anche molte illusioni.
La seconda serie (Cloud Physics Project), sostenuta dalle organizzazioni meteorologiche civili degli U.S.A., mentre confermò la possibilità della alterazione dei sistemi nuvolosi, attraverso la nucleazione artificiale dell’atmosfera, denunciò la scarsa importanza economica dei risultati ottenuti e soprattutto la grande difficoltà di discernere i fenomeni naturali da quelli che potevano essere provocati artificialmente. Uno dei risultati più certi era apparso quello del dissolvimento delle nubi, in particolare condizioni di divergenza orizzontale (16′ 17).
Moltre controversie “) sollevarono le conclusioni tratte da I. Langmuir (20) circa la possibilità di effetti immediati e prolungati della nucleazione artificiale dell’atmosfera sulle condizioni meteorologiche generali e, soprattutto, sulle possibilità di modificare il clima su scala continentale. Queste affermazioni si fondavano prevalentemente su un esperimento condotto dallo stesso I. Langmuir (2l), mediante un generatore di sostanze nucleanti artificiali (fumi di ioduro d’argento), ubicato al suolo ed operante con una periodicità a ritmo settimanale.
Dall’esame dei dati pluviometrici e delle temperature in quota,I. Langmuir aveva ritenuto di dover concludere che, alla periodicità della nucleazione artificiale dell’atmosfera effettuata, corrispondeva una
analoga periodicità in vari elementi meteorologici su una vasta zona negli U.S.A.
Contemporaneamente tra il 1947 ed il 1951 furono realizzate numerose altre serie di esperienze in vari paesi come in Australia (22>23),in Canada (21), in Africa orientale (25), in Algeria (26), nello Stato di Israele (27), in Francia («. ».30), in Italia (31-32). Il contributo di tutte queste esperienze, sebbene condotte in zone più ristrette e con minore ricchezza di mezzi di quelle degli U.S.A., diede egualmente un utile contributo soprattutto alla conoscenza delle tecniche operative da usare e per la impostazione del problema, nell’ambito delle caratteristiche climatiche locali.
Naturalmente le controversie sui risultati delle operazioni furono tante e tali che, nel 1953, il Congresso degli U.S.A. fu indotto ad istituire un Comitato Consultivo’(Advisory Commitf.ee on Weather Control), col compito di studiare e valutare gli esperimenti pubblici e privati riguardanti questo campo di ricerche. La conclusione a cui giunse il suddetto «Comitato», dopo l’esame di numerosi cicli di esperienze affidate a noti scienziati e ad organizzazioni scientifiche universitarie o qualfiicate (33. 31.35,3D, 37. 3», 3», JO, 4i. 42) e f ] dopo l’esame con tecniche statistiche progredite(40’41), dei risultati ottenuti anche da organizzazioni commerciali, operanti sul 10% del territorio nazionale degli U.S.A. con impiego di ingenti capitali (si calcola che in quell’epoca si spendevano circa 5.000 miliardi di lire annui), f u che, fino a quell’epoca era stato apportato un impagabile contributo alla conoscenza della fisica delle nubi e delle precipitazioni e soprattutto era stato provato che gli effetti osservati, in seguito alla nucleazione artificiale della atmosfera, rappresentavano qualcosa di più delle fluttuazioni casuali che si hanno nella precipitazione naturale. Tuttavia era necessario compiere molto lavoro, con programmi a lunga scadenza, sfruttando i progressi fino allora compiuti nello studio della fisica e chimica dell’atmosfera, sotto la guida di scienziati entusiasti e capaci, che fossero liberi di procedere nella direzione che il loro entusiasmo e curiosità poteva consigliare, per poter giungere a concreti risultati nella soluzione del problema proposto.
Sostanzialmente, ad analoghe conclusioni giunsero anche altre organizzazioni scientifiche degli U.S.A., che si erano interessate del problema come il « Council of the American Meteorologica! Society », nel suo l’apporto pubblicato nel Giugno 1957, ed il « Committee on Meteorology of National Academy of Sciences », nel suo rapporto pubblicato nel Gennaio 1958 (4S).
La necessità di continuare le ricerche spinse ancora il governo degli U.S.A. ad affidare, nel Luglio del 1958, un nuovo vasto programma dalla «National Science Fundation ». Tale programma è attualmente in atto, alla sua realizzazione sono impegnati vari istituti universitari degli U.S.A. (Arizona, Chicago, New York) e vari gruppi di
ricerca qualificati. Si prevede che i risultati definitivi non si possano avere prima del 1965-60.

I I I . – I PRINCIPI DELLA MODIFICAZIONE ARTIFICIALE DELLE CONDIZIONI METEOROLOGICHE.
Tenendo ora conto:
1. – Delle teorie sulla formazione delle precipitazioni naturali, inizialmente formulate da A. Wegener (4B), J. Bergeron («) e W. Findeisen(48), per le eosidette « nubi fredde » (tutte o parzialmente a temperatura a 0 °C).
2. – Delle critiche sui vari meccanismi proposti (‘”•i0- 52) per spiegare l’accrescimento degli elementi costituenti le nubi (gocce o cristalli di ghiaccio), fino alle dimensioni degli elementi di precipitazione. 3. – Delle numerose determinazioni (53’54′ 55>56) delle dimensioni, velocità e concentrazione degli elementi costituenti i vari tipi di di precipitazioni.
4. – Delle varie teorie formulate da G. C. Simpson (67), L Langmuir (58), H. G. Hougton (5″. 60), R. G. Bowen (6I), F. M. Ludlam (6°-.64) e B. J . Mason (65), sulla formazione degli elementi della precipitazione per coalescenza, dagli elementi delle nubi, siano esse fredde o calde (a temperatura 0 °0).
5. – Delle osservazioni e determinazioni sui nuclei igroscopici (GS); si possono trarre le conclusioni seguenti:
a) In una nube fredda, inizialmente, quando i cristalli di ghiaccio sono molto piccoli, il loro ingrossamento è dovuto principalmente al processo di sublimazione del vapor d’acqua.
b) Quando la grandezza dei cristalli diventa paragonabile a quella dei più piccoli elementi di precipitazione (pioviggine: 100-150/4), il processo di sublimazione, in relazione all’ingrossamento dei cristalli, eguaglia
come importanza quello di coalescenza,
c) Quando la dimensione delle particelle è ancora maggiore, prevale decisamente il processo di coalescenza.
d) In una nube, in cui esistono poche gocce grandi, nella parte più bassa, e il contenuto di acqua liquida e le correnti ascendenti sono quasi stazionarie e lo spessore raggiunge qualche centinaio di metri, tali gocce, a causa dei due contemporanei effetti della condensazione del vapor d’acqua e della coalescenza, possono ingrandirsi fino a raggiungere le dimensioni delle gocce di pioggia.
e) In molte nubi, spesso, la parte più notevole della precipitazione
si può considerare dovuta prevalentemente all’effetto di coalescenza delle grandi gocce o dei cristalli di ghiaccio.
Da quanto risulta dalle suddette teorie e dalle osservazioni, si può affermare che la precipitazione atmosferica naturale si produce quando nelle nubi esiste una determinata quantità di cristalli di ghiaccio assieme
a molte gocce d’acqua sopraffuse oppure esistono poche gocce d’acqua grandi fra una moltitudine di gocce più piccole. È inoltre necessario che le nubi abbiano un determinato spessore e siano sostenute da correnti convettive (li sufficiente intensità. Naturalmente da ciò ne deriva, immediatamente,che se le condizioni naturali sono tali per cui o i cristalli o le gocce grandi mancano o il loro numero è insufficiente, a parità delle altre condizioni. il processo della precipitazione si può attivare artificialmente, immettendo nelle nubi gli elementi mancanti,  o si può fare, nelle nubi fredde,introducendo sostanze idonee per la nucleazione, che possono essere sostanze altamente refrigeranti atte a provocare il congelamento delle gocce sopraffuse e cosi produrre i germi di ghiaccio necessari ad attivare il meccanismo (li Bergeron-Findeisen. La sostanza refrigerante più comunemente usata in questa operazione è il ghiaccio secco (C02 solida) (*)che può essere dispersa o, come ordinariamente si dice, «seminata», in nubi adatte. La « semina » si può anche realizzare mediante sostanze aventi struttura cristallina simile a quelle del ghiaccio. Una di queste sostanze è l’ioduro d’argento (**) che si può liberare nell’aria attraverso i suoi fumi, prodotti in vari modi: evaporazione diretta, bruciatura nell’aria di sue soluzioni in acetone, bruciatura di un suo miscuglio con carboneo sostanze esplosive.
I fumi di ioduro d’argento, prodotti da appositi « generatori », possono essere liberati in volo o al suolo. In questo ultimo caso, la diffusione della sostanza nucleante viene affidata all’azione delle correnti convettive dell’atmosfera.
Un’altra tecnica, recentemente perfezionata in esperienze condotte in Sardegna (79′an’81) nel corrente anno, è quella che si serve, per la diffusione delle sostanze uueleanti (Agì e Na01), di particolari razzi o cariche esplosive trasportate da palloni. Nella Fig. 1 è stata riprodotta una fotografia, eseguita in camera fredda a —10 °C, dei cristalli di ghiaccio formati sui nuclei dei fumi di Agi delle miscele esplosive impiegate.
Sono stati calcolati per ogni grammo di Agi, 1,6•IO1- nuclei dopo 6 minuti.
Nel caso delle nubi calde, la nucleazione artificiale si può realizzare, alla base delle nubi da trattare, grandi gocce d’acqua, mediante spruzzatori trasportati da aeroplani, oppure, mediante dispersione di sostanze altamente igroscopiche atte a produrre nuclei di condensazione giganti.

(*) Secondo I. Langmuir una pallina di ghiaccio secco di 5 inni di diametro può produrre IO18 cristalli di ghiaccio d’acqua, mentre Weichmann afferma che un grammo di ghiaccio secco può produrre LO9 cristalli di ghiaccio d’acqua.
(**) Un grammo di Agi può produrre da IO12 a IO15 nuclei di congelamento
La dispersione, in questo caso, si può fare da aeroplani,da palloni o razzi ed anche dal suolo, riducendo la sostanza nucleante in particelle submicroscopiche ed affidandone la diffusione alle correnti convettive dell’atmosfera.
La tecnica delle gocce d’acqua e dei nuclei igroscopici fu tentata ancora prima che si conoscesse la teoria della precipitazione per coalescenza. Alcuni esperimenti furono tentati nell’Ohio in U.S.A. (67) e nell’Africa del Sud (68) già nel 1948. Anche le esperienze f a t t e nel 1948 nelle Hawai (G!l) con ghiaccio secco, in nubi calde, furono interpretate da I. Langmuir, sulla base di un processo di coalescenza sulle gocce d’acqua giganti, formatesi per condensazione del vapor d’acqua sui granelli di ghiaccio secco.
Solo nel 1950, dopo la trattazione teorica sulla coalescenza, elaborata da F. IL Ludlam (“•’), E. G. Bowen (61) realizzò in Australia le prime esperienze sistematiche immettendo, alla base delle nubi, grandi gocce d’acqua. Successivamente lo stesso Bowen (70) nel 1951-52, potè in un altro ciclo di esperienze constatare un buon accordo con la teoria. Un sistema più economico è quello di introdurre alla base delle nubi,invece di gocce d’acqua, nuclei di sostanze igroscopiche sui quali si possono …..le gocce necessarie. Così su nuclei di sale marino, della…..di 10/j di diametro, si possono, in breve tempo ed in adatte
condizioni di umidità, formare gocce di dimensioni doppie atte ad attivare il processo di coalescenza. D’altra parte si calcola che 150 grammi di sale marino possono equivalere a 5 litri di acqua spruzzata a gocce di 50fi di diametro.
Nella Fig. 2 è riportato l’ingrandimento di tre microfotografìe della formazione di gocce d’acqua giganti su cristalli di sale marino, impiegato come sostanza nucleante nelle esperienze condotte in Sardegna (‘»•80.81)
nel corrente anno, con la tecnica dei razzi. Si può notare che su un agglomerato di cristalli della dimensione di circa 10()/i di diametro si è è formata in 12 secondi una goccia di 225/.i di diametro ed in 20 secondi di 250/t, con ima umidità relativa del 96%.
Particolari tecniche di dispersione di nuclei igroscopici, nelle nubi, furono realizzate, mediante soluzioni saline atomizzate in Francia, da IL Dessen (71), nel 1950; mediante miscele esplosive, trasportate da palloni, da D. A. Davies ed altri (72) nel 1951, in Africa Orientale, e, mediante dispersione dal suolo sfruttando le correnti convettive, da J. M. Fornier d’Albe nel Pakistan nel 1954 e più recentemente nel Messico 74).
La nucleazione artificiale dell’atmosfera, mentre con determinate condizioni dinamiche e termodinamiche delle nubi, può indurre la precipitazione, in altri casi può anche avere un effetto contrario, come il dissolvimento delle nubi, la prevenzione del fenomeno della grandine ecc.
Comunque, è un fatto certo che la nucleazione artificiale, quando condotta in determinate condizioni, provoca una modificazione dello stato naturale delle nubi, con conseguente liberazione del calore latente, attivazione
di moti convettivi, e cioè, alla fine, una modificazione delle condizioni meteorologiche.
In Italia il problema è stato affrontato su scala nazionale, ma ristretto a poche località e periodi di tempo relativamente brevi.
Un primo breve ciclo di esperienze fu condotto in Sardegna, sulle colline ad est di Cagliari, nell’inverno del .1951 (31) ed un secondo ciclo, nell’autunno dell’anno seguente, sull’altipiano della Grande Sila in Calabria
(32). Entrambi i cicli furono diretti dal Servizio Meteorologico dell’A.M. con risultati che, dato il modesto impiego di mezzi, si ritennero allora soddisfacenti ed incoraggianti.
Un terzo ciclo di esperienze di nucleazione artificiale dell’atmosfera,il più lungo finora condotto in Italia, fu affidato alla società americana « Weather Researches Development Corporation » su finanziamento della « Cassa per il Mezzogiorno » e la « Regione Autonoma della Sardegna ».
Le esperienze furono effettuate lungo la media vallata del Tirso in Sardegna e durarono tre anni, dal 1 Ottobre 1957 al 30 Settembre 1960. La tecnica usata fu quella della diffusione dei fumi di ioduro d’argento
da una rete di generatori -posti al suolo, attorno alla zona « bersaglio ». Le esperienze, che avevano lo scopo di incrementare le precipitazioni naturali, furono condotte con i criteri delle cosidette « operazioni commerciali» degli U.S.A. Nessun risultato di queste operazioni risulta sia stato ancora pubblicato. Poiché ho avuto modo di seguire le suddette esperienze, avendo la suddetta Società potuto utilizzare le osservazioni e le analisi del Servizio Meteorologico dell’A.M., posso affermare che i risultati non hanno risposto alle aspettative. La causa del limitato successo ritengo debba principalmente attribuirsi alla tecnica usata dei generatori al suolo ed alla scelta delle loro postazioni, in una zona molto tormentata per la turbolenza atmosferica ed ove, difficilmente, è possibile sfruttareregolari correnti convettive da assicurare il trasporto dei fumi di Agi tino all’altezza utile perchè il fenomeno di nucleazione artificiale delle nubi abbia luogo.
Più recentemente, un altro ciclo di esperienze è stato realizzato, dal Novembre 1961 al Maggio 1962, nella Sardegna meridionale, in una zona particolarmente siccitosa e in pianura, dalla Società « Italrazzi » su commissione della Soo. « Meteor » di Milano su richiesta e finanziamento della « Regione Autonoma della Sardegna ». La direzione scientifica è stata affidata al Servizio Meteorologico dell’A.M.. Della tecnica usata si è fatto
già qualche fugace cenno. I risultati sono ancora allo studio, ma fin d’ora si possono ritenere incoraggianti, nonostante si trovi grande difficoltà a trarre conclusioni definitive, in senso statistico, da un ciclo di così breve(*).

CONCLUSIONE.
1 principali aspetti del problema, che ancora non hanno avuto una soddisfacente soluzione e che meritano ulteriore accurata ricerca, si possono riassumere brevemente nei seguenti punti:
1. – Determinazione della quantità esatta di nuclei di congelamento esistenti nell’atmosfera in diverse condizioni meteorologiche e, conseguentemente, della quantità occorrente per una efficace nucleazione artificiale.
2. – Determinazione della diffusione e concentrazione, a varie distanze ed altezze, in differenti condizioni meteorologiche, dei nuclei di congelamento efficaci, nei fumi di ioduro di argento liberati al suolo ed
in quota.
3. – Valutazione dei risultati, mediante determinazioni fisiche, particolarmente quando le più raffinate tecniche statistiche non sono idonee ad una valutazione esatta.
Le ricerche, per quanto riguardano il primo punto, sembra debbano mettersi in relazione, anche alla attività delle meteoriti. E. G. Bowen (“),nel 1953 aveva notato che, fra le date in cui si erano verificati i massimi della precipitazione atmosferica osservata su tutta la Terra, su medie di molti anni, e le date spostate di 30 giorni delle cosidette piogge di meteoriti, esisteva una forte correlazione.
La ipotesi formulata da Bowen, su una possibile nucleazione atmosferica dovuta alle polveri meteoriticlie, ha sollevato varie critiche («. “), come ha trovato qualche possibilità di conferma sulle capacità nucleanti dell’aerosol prodotto con particelle volatizzate di metalli (78). Comunque (*) Xel periodo intercorso fra la esposizione della presente nota e la pubblicazione della stessa, sono stati resi noti i risultati delle esperienze in questione in tre lavori indicati nella bibliografia (‘•• 90′ 81)- è molto interessante stabilire con certezza se le nubi siano o no seminate dal pulviscolo meteoritieo ed in qual misura, per poter, eventualmente, intervenire artificialmente nei periodi in cui manca una tale semina naturale. Naturalmente, il problema non è semplice, in quanto è necessario determinare non solo la quantità ma anche le dimensioni, forma e natura chimica e tempo di sedimento di tale materiale extraterrestre.
questo tutto un nuovo campo di studio in cui la tecnica delle osservazioni spaziali potrà dire una parola definitiva.Ci possiamo ora chiedere quali siano le attuali possibilità della nucleazione artificiale dell’atmosfera?
Esaminando la possibilità di realizzare un incremento della precilutazione su scala mondiale si può subito affermare che una simile ipotesidebba essere attualmente scartata. Infatti, la sua realizzazione significherebbe una accelerazione del ciclo idrologico atmosferico, costituito dalle tre fondamentali fasi della evaporazione, condensazione e precipitazione.
Si dovrebbe cioè provocare una accelerazione nel moto della macchina atmosferica, che essendo, come è noto, alimentata da continua fornitura di energia esterna (principalmente la radiazione solare), sarebbe di costo immenso.
Esiste perciò, almeno per ora, solo la possibilità di operazioni di nucleazione artificiale dell’atmosfera, tali da consentire una ridistribuzione delle precipitazioni a scala limitata ad es. su parte dei continenti.
Tale ridistribuzione si otterrebbe provocando precipitazioni premature o aumentando o riducendo la precipitazione naturale sui continenti, rispetto a quella che cade sui mari.
Ovviamente, piani di esperienze di tale entità comportano, necessariamente, una vasta organizzazione internazionale e soprattutto la conoscenza della distribuzione della nuvolosità e dei centri di perturbazione in una scala emisferica, che oggi si potrebbe ottenere attraverso lo sfruttamento delle osservazioni compiute da satelliti artificiali.
Analogamente, si possono concepire operazioni di nucleazione artificiale dell’atmosfera tendenti ad incrementare le precipitazioni su regioni aride o semi aride, a spese di altre regioni più piovose. Questo problema, più limitato del precedente, riducibile a scala nazionale o regionale,.presenta, anche esso, molte difficoltà e non può prescindere
da una profonda conoscenza della climatologia dinamica della zona da trattare e di un suo intorno sufficientemente vasto.
Risultati molto promettenti delle tecniche di nucleazione artificiale dell’atmosfera, finora adoperate, per riconoscemento quasi unanime, si sono avuti dalle cosidette formazioni nuvolose orografiche e semiorografiche, cioè legate alla presenza di catene di montagne e (li colline sufficientemente alte, mentre nelle zone di pianura i risultati ottenuti non sono statisticamente apprezzabili. Ciò potrebbe far pensare alla possibilità di operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta, occorrenti poi per la irrigazione delle zone piane. Non vi è dubbio, alla luce dell’attuale conoscenza, che esperimenti del genere siano promettenti di fecondi risultati, sia nel campo della ricerca puramente scientifica die delle pratiche applicazioni.
Rivolgendo uno sguardo al passato anche da quanto mi risulta da personale esperienza, non posso che conformare quanto ebbi a dire undici anni or sono, quando cominciai ad interessarmi di queste ricerche, cioè d’essere convinto della possibilità di una favorevole soluzione di questo problema, che tanta utilità può apportare alla umanità. Non credo, oggi, d’essere lontano dalla realtà affermando che il prossimo decennio vedrà enormemente ampliata la conoscenza nel campo della fisica delle nubi e delle precipitazioni con la definitiva determinazione delle possibilità umane in questo difficile campo del governo del tempo.
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La Sardegna sembra luogo prediletto per le sperimentazioni meteorologiche.
A. Serra:  Esperienze preliminari e operazioni di nucleazione artificiale dell’atmosfera, condotte in Sardegna nel 1961-62.
Il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica, tramite l’Osservatorio Scientifico Sperimentale di Meteorologia Aeronautica di Cagliari Elmas, ha eseguito esperienze preliminari di nucleazione artificiale dell’atmosfera nella Sardegna meridionale, dal novembre 1961 al maggio 1962. Si descrivono gli studi meteorologici e climatologici preparatori. Il piano delle operazioni, le tecniche adottate e i risultati di laboratorio sull’efficacia nucleante delle sostanze impiegate, tra cui una miscela a forte contenuto di ioduro d’argento, che dà a – 10°C circa .10^11 nuclei per grammo di AgI, e un’altra con cloruro di sodio che dà gocce di soluzione acquosa capaci d’ingrossarsi rapidamente. Si è anche studiata la dispersione delle sostanze nucleanti nell’atmosfera.
A. Serra: Risultati delle esperienze di nucleazione artificiale dell’atmosfera effettuate in Sardegna nel 1961-62 e loro valutazioni.

Sono esposti i risultati delle esperienze di nucleazione artificiale dell’atmosfera, condotte in Sardegna (Campidano meridionale e Trexenta) dal 1° novembre 1961 al 31 maggio 1962 e intese ad indurre o incrementare le precipitazioni. La valutazione è stata fatta qualitativamente a vista e con documentazione fotografica, qualitativamente e quantitativamente col metodo delle anomalie e quantitativamente col metodo statistico delle covarianze e con un metodo meteorologico-statistico, procedendo al confronto fra le precipitazioni osservate nella zona delle esperienze ed in una o più zone limitrofe di confronto in un periodo storico di riferimento antecedente alle esperienze e durante le esperienze stesse. E’ stato accertato, visualmente, un effetto positivo, con precipitazioni fino al suolo, nel 68% delle esperienze, e con modifiche sostanziali dei sistemi nuvolosi trattati e bande di precipitazioni non giungenti al suolo nel 28% delle esperienze. Dall’esame statistico è risultato il 25% d’incremento della precipitazione media rispetto a quella prevista dalle equazioni di regressione, attribuibile al caso con una probabilità di 0.04. Dall’esame meteorologico-statistico è risultato infine che lo scostamento positivo ottenuto può essere attribuito al caso solo con la probabilità di 0.00048. FONTE

mercoledì 13 novembre 2013



IL CLUB DELLA CUPOLA EUROPEA DEL BUSINESS

Postato il Martedì, 12 novembre @ 08:16:16 CET di davide

DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero pensiero

Parliamo di cose serie e cominciamo a fare i nomi. Veri.
Quali sono le personalità più influenti nel mondo politico-economico, in Italia?
Berlusconi? Letta? Alfano? Cicchitto? D'Alema? Casini? Monti?......
Nessuno di questi.
Sono tutti intercambiabili.
Sono tutte persone di seconda fila il cui compito consiste nell'imbonire gli italiani, ciascuno secondo le proprie competenze, per far loro credere di vivere sotto una democrazia e quindi eseguire gli ordini dei loro veri padroni.
Chi decide in Europa?
Merkel? Van Rompuy? Olli Rehn? Barroso? Draghi?
Nessuno di questi.
Sono tutti intercambiabili.
Sono tutte persone di seconda fila il cui compito consiste ecc., ecc.



Se io vi dicessi che, oggi come oggi, la persona più importante, più influente, e decisiva, nel campo delle tematiche sociali in Italia -tanto per fare un esempio- è un certo Carlo Bozotti, il 99,99% dei lettori si metterebbe a dire sostenendo "ma chi lo conosce a questo?".
Infatti.
Qui sta il punto.

Chi decide in Europa è un pugno di uomini, ben allenati, amici tra di loro di lunga data.
Sono una cinquantina.
Costoro, sono la vera cupola che sovrintende ai destini degli europei.
Loro decidono chi governa e chi non lo fa. Loro stabiliscono se l'Italia avrà le larghe intese, se la Germania avrà la grossekoalition e se è il caso che il Belgio abbia o non abbia un governo.
Loro decidono quali Leggi far passare in Italia e nel resto d'Europa.
Loro decidono quanti disoccupati ci devono essere o non essere e se le imprese italiane devono o non devono essere pagate.
Sono tutti membri del più potente club del pianeta Terra.
In confronto, il Bilderberg è folclore per nuovi ricchi a caccia di status sociale da esibire.
Ecco, qui di seguito, tutti i nomi suddivisi per nazionalità e ordine alfabetico.


Il Club è nato nel 1982 e fortemente voluto, allora, da Ronald Reagan che ne affidò l'iniziale cura a Licio Gelli;  costituisce lo zoccolo duro delle persone che prendono ogni decisione in Europa.
Complessivamente è stato calcolato che hanno a disposizione un budget intorno a 1,28 miliardi di euro, utili per pagare (e soprattutto coloro) che si dimostra necessario mettere nella lista della spesa per far varare leggi, dispositivi, spostare capitali, lanciare leader politici, ecc.
Il club si chiama ERT EUROPE.

Tranquilli! ecco il link:  http://ert.eu/ 

E' ufficiale. Non sono più clandestini. Lo erano fino a pochi mesi fa.

Ormai, convinti di aver vinto, si sono aperti il loro bravo sito dove si presentano per ciò che essi sono, suddivisi per segmenti, settori di competenze, segmenti di mercato.
I fondatori, circa 30 anni fa, sono le persone che vedete nella fotografia in bacheca. Loro sono davvero orgogliosi (e lo comprendo) delle loro origini. Le persone che vedete nella immagine sono:
Karl Beurle (Thyssen), Carlo De Benedetti (Olivetti), Curt Nicolin (ASEA), Harry Gray (United Technologies), John Harvey - Jones (ICI), Wolfgang Seelig (Siemens), Umberto Agnelli (Fiat), Peter Baxendell (Shell), Olivier Lecerf (Lafarge Coppée), José Bidegain (Cie de St Gobain), Wisse Dekker (Philips) Antoine Riboud (BSN), Bernard Hanon (Renault), François-Xavier Ortoli (EC), Pehr G. Gyllenhammar (Volvo), Etienne Davignon (EC), Louis von Planta (Ciba-Geigy), Helmut Maucher (Nestlé).

Questo era il nucleo storico. Alcune di queste persone non esistono più, decedute, come Umberto Agnelli, Harry Gray e altri ancora. Alcune aziende sono state incorporate da altre e quindi i rappresentanti sono cambiati. Ma il progetto, la strategia e la finalità del 1982 rimane la stessa: gestire l'Europa Occidentale come piace a loro.
Controllano il 75% della produzione mediatica europea. Mediaset la controllano attraverso gli incroci azionari trasversali e Berlusconi non lo hanno mai voluto dentro perchè lo considerano inattendibile e inaffidabile, troppo individualista per i loro gusti, gli danno ordini dall'esterno. Controllano le borse, i mercati, gli investimenti industriali. Stabiliscono le assunzioni nelle corporation, nelle aziende statali strategiche, le commesse militari, chi deve andare su, chi deve andare giù, chi deve andare a dirigere i canali televisivi, i giornali, le banche.

Le persone di questa lista, tutte insieme, hanno 1.500 uffici (perfettamente legali) a Bruxelles nei quali si dedicano e si occupano di lobby gestendo i rapporti con le apposite e specifiche commissioni europee.

Parlare quindi di Berlusconi o di Letta è inutile; sono persone che non contano nulla.

Questi sono quelli che decidono.

La loro attività è stata spulciata, monitorizzata e analizzata nell'ultimo anno da un migliaio circa di folli internauti (tra cui il sottoscritto) disseminati in Europa e California e dalla prossima settimana, partendo dalla Francia, inizia il processo di presentazione pubblica della cupola. Un gruppo di giornalisti investigativi anglo-americani, in accordo con un gruppo di intellettuali francesi e austriaci, hanno prodotto un documentario nel quale raccontano le gesta dei 15.650 impiegati a pieno regime che lavorano a Bruxelles per questa organizzazione al fine di fare business. Puro business. Loro sono i monarchi, noi siamo i loro sudditi. Per queste persone noi non esistiamo come esseri umani, siamo -come ha ben sintetizzato il grande sociologo Zygmunt Bauman- un danno collaterale.

Il loro obiettivo strategico, in questa fase attuale, consiste nel distruggere ogni tentativo di costruire modelli di cittadinanza attiva e di opposizione ai partiti che loro controllano e finanziano in Europa. Dalla prossima settimana, inizia la diffusione in diverse città di Europa del documentario intitolato "The Brussels Business" e diretto da Friedrich Moser e Mathieu Lieuthert che verrà proiettato in diverse città europee e poi diffuso anche in rete. Successivamente, comunicherò dove e quando è possibile vederlo a Roma, Milano, Palermo, Bologna.

E' intorno a questo club che si gioca la partita d'Europa; è fondamentale, quindi, conoscerne la genesi, la modalità di comportamento, la strategia di impiego. In tal modo sarà utile poter cominciare a parlare delle questioni vere sapendo chi sono gli interlocutori veri, di cui in televisione e sul cartaceo non sentirete mai neppure una parola al riguardo.

Sono suddivisi in settori:

Competition Policy

Chairman: Jacob Wallenberg Convenor: Wolfgang Kopf Contact: Roeland Van der Stappen

Competitiveness

Chairman: Peter Löscher Convenor: Contact: Roeland Van der Stappen

Energy & Climate Change

Chairman: Bruno Lafont Convenor: Vincent Mages Contact: Kimberley Lansford

Raw Materials

Chairman: Convenor: Gunnar S. Jungk Contact: Roeland Van der Stappen

Societal Changes

Chairman: Carlo Bozotti Convenor: Tjerk Hooghiemstra Contact: Kimberley Lansford

Trade and Market Access

Chairman: Nils S. Andersen Convenor: Anders Würtzen Contact: Roeland Van der Stappen

CFO Task Force

Chairman: Peter R. Voser Convenor: Simon Henry Contact: Roeland Van der Stappen

(n.d.r: per CFO si intende tutta la normativa europea che riguarda finanza pubblica, suo impiego, sua tassazione, sua normativa)

Il nostro bravo Bozotti che dirige e coordina tutti gli aspetti legati alle politiche sociali in Europa è uno dei più importanti imprenditori italiani, leader nella produzione dei semi-conduttori, che ha il compito di assumere il controllo di tutta la produzione elettronica imbavagliando la rete. L'importanza del suo nome e della sua posizione è venuta fuori grazie al pragmatismo anglo-sassone. Un blogger, infatti, che si occupa di finanza, è rimasto colpito dal fatto che per ben tre volte il nostro concittadino entrasse dentro importanti aziende, le facesse fallire, e quando erano decotte poi venisse saldato con parcelle principesche. In una pubblicazione on line di cui avete qui il link http://www.electronicsweekly.com/  si chiedeva come mai ciò avvenisse, e poi si è dato da fare e ha costruito per noi la biografia di questo imprenditore, gentilmente condivisa con il popolo della rete  http://www.leadersmag.com 

Qui di seguito c'è la biografia del nostro sconosciuto imprenditore: Carlo Bozotti has held his current position since March 2005. He is the sole member of the Management Board and chairs the company’s Corporate Executive Committee and Corporate Strategic Committee. Bozotti also serves as Vice-Chairman of the Board of Directors at ST-Ericsson SA. He joined SGS-ATES (later renamed SGS Microelettronica), a predecessor company to STMicroelectronics, in 1977. Ten years later, SGS Microelettronica of Italy merged with Thomson Semiconducteurs of France and is today STMicroelectronics, which is among the leading semiconductor companies worldwide, Bozotti became General Manager of the Telecom Product Division and, subsequently, he was promoted to Director of Corporate Strategic Marketing and Key Accounts, and later, to Corporate Vice President, Marketing and Sales, Americas. In 1994, Bozotti was appointed Corporate Vice President for Europe and the Headquarters Regions. From 1998 to 2005, he served as Corporate Vice President and General Manager of the Memory Products Group. In 2011, Bozotti began a second (nonconsecutive) term as the President of the European Semiconductor Industry Association (ESIA).
He graduated with a degree in Electronic Engineering from the University of Pavia, Italy.

Queste sono le persone che "stanno facendo oggi l'Europa e hanno fatto l'Europa così come oggi essa è".
E' compito di ogni europeo pensante, di ogni professionista della comunicazione, di ogni intellettuale, di ogni libero cittadino, diffondere i nomi e ogni mansione e caratteristica pertinente di questi personaggi. Sapere chi sono e che cosa fanno e come lo fanno è fondamentale per aumentare le possibilità statistiche di poter vincere la battaglia europea per fermare questo massacro e avviare un processo di rifondazione dell'Europa dei Diritti Civili, della Cultura, della Civiltà.
Se non sappiamo neppure chi sono come possiamo minimamente pensare di essere in grado di poterli contrastare?

Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/11/seconda-parte-il-club-della-cupola.html
11.11.2013

lunedì 28 ottobre 2013

Come le rane...

Il Giornale Onlinedi Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e di Altrainformazione)

Forse ciò che auspicano coloro che hanno a cuore la libertà del nostro mondo si sta manifestando.

Le rivelazioni di Edward Snowden stanno finalmente arrivando – in onde concentriche sempre più larghe – a lambire anche i vertici del potere, acquisendo quell’ampia diffusione mediatica che fa sperare che questa volta – con tutta la buona volontà - non riusciranno a negare, minimizzare, insabbiare il tutto.


Condividevo, in un mio precedente articolo su questo argomento, le preoccupazioni di Snowden che temeva che il suo sacrificio potesse essere vano. Nella prima intervista a Greenwald egli, infatti, diceva: “La mia più grande paura a proposito delle conseguenze di tutto ciò, l’esito di queste rivelazioni per gli Stati Uniti è che nulla di tutto ciò cambi. La gente verrà a sapere di tutte queste rivelazioni dai media, saprà che il governo si appropria del potere ed è in grado di tenere sotto controllo la società americana e quella mondiale, ma non sarà disposta a correre il rischio necessario per alzarsi in piedi unita e combattere per cambiare le cose, per costringere i propri rappresentanti a prendere posizione a favore dei propri interessi, quelli della gente”[1]. Per far sì che ciò non avvenisse, era necessario che rivelazioni sempre più destabilizzanti fossero pubblicate, in un ampio progetto di risveglio della pubblica opinione tramite alcuni organi di stampa selezionati. Quello che sta accadendo. E ora che le dimensioni dello scandalo sono divenute globali – come oggi anche la stampa più allineata e coperta è costretta a titolare – si può iniziare ad accarezzare la speranza che questa volta non sarà come le altre, che i popoli non accetteranno di fare la fine delle rane in pentola.

Ve la ricordate la storia, vero?

La rana messa dentro la pentola piena d’acqua tiepida nuota tranquillamente. La temperatura sale, l’acqua si scalda. Diventa sgradevole, ma lei non si spaventa. L’acqua ora è calda; la rana inizia a star male, non ha più la forza di reagire e allora non fa nulla. La temperatura sale ancora, e la rana muore senza aver neppure tentato di scappare. Se fosse stata immersa direttamente nell’acqua calda invece che tiepida sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.

Così è per noi.

Le notizie drammatiche, le strette economiche, le difficoltà di vita ci coinvolgono - goccia a goccia – protestiamo, ci agitiamo ma alla fine ci abituiamo, come la rana… Ci ridiamo su, ci diciamo che "tanto si sa che è così e che non ci si può far niente", facciamo spallucce e intanto…l’acqua inizia a bollire. Se trent’anni fa ci avessero descritto il mondo in cui stiamo vivendo, avremmo risposto che non è possibile, che mai avremmo permesso un mondo simile.

O no?

E invece siamo qui a chiederci come uscire dalla pentola prima che sia troppo tardi. Ora, prima di tutto è necessaria la consapevolezza di esserci – nella pentola. È fondamentale comprendere cosa significhino certi eventi del nostro mondo e in che direzione vadano – o possano andare - da un punto di vista non solo politico o storico. Non possiamo limitarci all’analisi del presente; dobbiamo sforzarci di intuire gli effetti di certi avvenimenti, le loro conseguenze sul futuro, sul nostro futuro. E qui ci può aiutare solo una riflessione più profonda di quanto accade in superficie, una riflessione che parta da una visione spirituale del mondo come base interpretativa degli accadimenti esteriori. Una tale visione oltre ad essere necessaria per comprendere gli enigmi della nostra vita personale è indispensabile per intuire il senso degli avvenimenti del mondo.

Il Giornale OnlineÈ ora di prendere coscienza di questo fatto.
Ebbene, se io cerco di cogliere il vero significato di questa immensa rete spionistica che sta coprendo la terra posso certamente far riferimento al NWO, al progetto di controllo assoluto del mondo da parte di élite ben identificabili, alla creazione di una dittatura globale, de facto se non de jure[2].


Ma posso andare anche oltre.

Se analizzo da un punto di vista spirituale il senso della rete spionistica globale mi accorgo prima di tutto che essa ha dimensioni inimmaginabili. Vengono spiate 24 ore su 24 – e registrate – miliardi di comunicazioni, scritte, in voce e in video. Esse non vengono distrutte ma rimangono – virtualmente – presenti nei server delle agenzie di spionaggio.

A cosa fa pensare tutto questo?

Tutte le dottrine occulte parlano di una zona che circonda la terra dal nome sanscrito Akasha, il cui significato è “etere”. In questa zona si conserva traccia spirituale di tutte le azioni, i pensieri, gli eventi che si riferiscono alle esistenze umane sulla terra. Le entità ahrimaniche vogliono invece che noi non sviluppiamo questa visione ma restiamo ancorati alla terra. Ecco che allora nasce una sorta di Akasha rovesciata, una specie di memoria cosmica asservita al potere terrestre invece che alla conoscenza spirituale, cui possono accedere non esseri che si sono conquistati la visione spirituale, bensì i controllori delle élite. Un contrappeso elettronico, sub-sensibile, alla memoria eterica, sovrasensibile.

Chi vuole confinare l’uomo al mondo fisico agisce tramite il ‘ribaltamento’ di realtà spirituali. Stesso discorso possiamo fare, ad esempio, per quello che sta avvenendo nella tecnologia più avanzata, dove l’interazione con la macchina è sempre meno ‘fisica’. Sappiamo che vi sono già computer che possono venir manovrati con il pensiero[3]. Anche in questo caso la comunicazione sovra-sensibile – la trasmissione interiore dei pensieri - che dovremmo sviluppare, viene ‘rovesciata’ - nel Global Village - in una comunicazione sub-sensibile. Quanto alla comunicazione tra le persone cui oggi assistiamo, essa viene sempre più depredata del coinvolgimento dell’intero essere umano. Lo vediamo giornalmente nel modo in cui gli smartphone e i social network stanno sostituendo l’incontro di anime di esseri umani reali. Lo vediamo nella trasformazione del linguaggio che cessa di essere vivente ma diviene meccanico.

Anche la parola - emanazione del Logos, dunque - è ‘ribaltata’, asservita alla sua funzione meccanica.

Negli scambi di text message o di post sui social network ci si avvede immediatamente che è facilissimo non comprendersi, entrare in polemica, insultarsi.
Il Giornale OnlineDove – in un incontro reale di anime - basterebbe uno sguardo, una parola, un sorriso, per trovare l’accordo, nella comunicazione elettronica ci si scontra su frasi che hanno perso del tutto il loro significato vivo, rimanendo solo dei vuoti gusci semantici. Non avendo davanti a noi l’altro nella sua interezza non abbiamo alcuna fiducia in lui e ci opponiamo alle sue posizioni percependone solo l’aspetto dialettico. Anche qui abbiamo il ‘rovesciamento’ di quella che dovrebbe essere l’obiettivo dell’umanità futura; spregiudicatezza e fiducia alla base di un sano sviluppo sociale[4].

Stesso discorso lo possiamo fare per l’istruzione, ormai privata di ogni elemento umanistico e diretta solo alla creazione di un uomo ripieno di sole nozioni e finalizzato all’esecuzione di un compito esteriore specifico. Una sorta di robot in carne ed ossa il cui interagire con l’altro può avvenire solo all’interno dei rigidi canoni in cui è stato programmato; competenze, efficienza, motivazione, obiettivi. Anche qui possiamo notare il ‘ribaltamento’ di quella che dovrebbe essere la finalità dell’educazione:

uno sviluppo interiore che metta al centro l’uomo e non le esigenze produttive, attraverso una continua crescita ed indipendenza interiori, mediante le quali giungere ad una personale esperienza di libertà. Non dovremmo faticare ad accorgerci, dunque, attraverso questi esempi che dietro le quinte del nostro attuale forma di civiltà esiste una intenzione precisa di ‘rovesciare’ ogni spinta evolutiva trasformandola nel suo contrario.

Avviene allora che l’impulso verso il sapere nozionistico separato dall’azione si trasformi in intellettualismo e tolga forza all’agire, rendendo l’uomo sempre più impotente. E l’uomo impotente e incapace di reagire è esattamente coma la rana… Questa è l’azione ahrimanica che stiamo osservando intorno a noi e di cui dobbiamo prendere atto.

Ma forse qualche speranza c'è ancora.

Riferimenti:
[1] 

[2] 

[3] 

[4] 

Fonte: 

da Richard ven 25 ott 2013, 09:37

venerdì 27 settembre 2013

fonte:

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 Stato-mafia, si entra nel vivo. I pm vogliono sentire Napolitano


napolitano-trib-palermoAntonio Ingroia sarà avvocato dell'Ass.Georgofili e Ciancimino prende la parola
di Aaron Pettinari - 26 settembre 2013
Oltre vent'anni. Tanto tempo è passato da quelle stragi che nel '92 e nel '93 hanno segnato il nostro Paese. In questi anni la ricerca della verità su quegli attentati e sulle motivazioni che hanno spinto Cosa nostra ad agire attuando una “politica eversiva” tanto devastante è stata continua fino ad accelerare negli ultimi anni e sfociare nel processo “Bagarella +9” noto anche come il processo “Trattativa Stato-mafia” e che vede tra gli imputati nomi eccellenti come il generale Mario Mori, l'ex senatore Marcello Dell'Utri e l'ex ministro Nicola Mancino. Un procedimento che può fare la storia e che si celebra in un'aula, il bunker dell'Ucciardone, che nell'immaginario collettivo è ben impresso come l'aula del “Maxi processo alla mafia”. Tra il pubblico si scorge la figura di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, assieme alle “sue” Agende Rosse, giunti sul posto per ascoltare e sostenere da vicino proprio i magistrati che si sono impegnati per giungere proprio a questo momento storico. Innanzi alla Corte d'Assise di Palermo si riprende dopo la pausa estiva con la relazione introduttiva dei pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.
E' toccato proprio a quest'ultimo introdurre i temi che verranno affrontati in dibattimento per dimostrare il consumarsi tra gli imputati del reato contestato, ovvero quello di “attentato, con violenza o minaccia, a corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato, tutto aggravato dall'agevolazione di Cosa nostra”.
Nella sua relazione Tartaglia ha ripercorso le prime fasi in cui Cosa nostra, dopo la sentenza di Cassazione del maxi processo, cambia rotta ed avvia una serie di iniziative di ritorsione applicando una strategia stragista. “Intendiamo provare – ha detto il pm - che con l'ideazione di questa strategia i vertici di Cosa nostra si determinarono a perseguire una pluralità di obiettivi: quello di neutralizzare definitivamente i cosiddetti nemici storici dell'organizazione mafiosa, ovvero i magistrati che si erano maggiormente esposti nell'azione antimafia, quello di punire tutti coloro che, tra cui politici, non avevano garantito i risultati auspicati”. Quindi ha ricordato l'omicidio dell'ex eurodeputato Salvo Lima, ucciso nel marzo 1992, come il primo “segnale” inviato ai referenti politici di quel tempo che per primi hanno iniziato a temere per la propria vita e avviando così un dialogo per evitare la fine fatta dal leader siciliano della Dc.
Ed è un dato di fatto che quei piani di morte vengono “messi da parte” da Cosa nostra, e sostituiti con il raggiungimento di altri obiettivi quali l'eliminazione, nel giro di pochi mesi, dei giudici Falcone e Borsellino. E per capire il mutamento della strategia mafiosa che viene messo la Procura di Palermo ha anche chiesto l'acquisizione agli atti, oltre alle sentenze relative all'omicidio dell'onorevole Lima o alla sentenza Borsellino ter, della relazione sull'attività del primo semestre svolta dalla Dia nel '92 in cui il Ministro Scotti già mette in evidenza alcuni aspetti.
E poi ancora “cercheremo di dimostrare l'acquisizione del pericolo di attentati analoghi all'omicidio Lima nei confronti di altri politici di Governo, con la prima attivazione da parte dell'onorevole Mannino, tramite canali informali forse anche clandestini che hanno portato ad una congiunzione diretta con Cosa nostra volta a conoscere le richieste per un abbandono dell'attacco frontale dello Stato”. Un piano di destabilizzazione che venne espresso da ben 12 circolari, provenienti dal Ministero degli Interni, riservate ed indirizzate ad uffici di polizia e prefetture il 21 marzo 1992.
“Circolari in cui non ci si limita a delineare l'allarme ed i rischi concernenti ad alcune azioni da parte della criminalità organizzata siciliana, ma vengono individuati almeno tre obiettivi imminenti come Mannino, Vizzini e lo stesso Presidente del Cosniglio Andreotti”.  Tartaglia ha spiegato anche la necessità di capire il motivo per cui, tra il 1991 ed il 1993 vengono svolte da Cosa nostra diverse attività che vengono poi nascoste sotto la sigla “Falange armata” in quello che si presenta come un quadro di natura eversiva testimoniato anche da collaboratori di giustizia che erano presenti alle riunioni della Commissione regionale di Cosa nostra, nelle campagne di Enna, in cui si prese una tale decisione. E tra i documenti di cui si è richiesta l'acquisizione non potevano certo mancare le due lettere  inviate dal “depistatore” Elio Ciolini, vicino agli ambienti dell'estrema destra, il 4 ed il 18 marzo del 1992. Missive in cui veniva preannunciato con largo anticipo l'attivazione della strategia stragista, collocandola proprio tra il marzo ed il luglio del 1992. “In questo processo – ha poi aggiunto Tartaglia – cercheremo anche di mettere in evidenza le pressioni con cui si è arrivati alla sostituzione alla direzione del Dap di Nicolò Amato con Capriotti e Di Maggio”.
Secondo l'accusa altro punto da approfondire è, ovviamente, l'avvio del colloqui tra Cosa nostra ed istituzioni che in particolare si sarebbe sviluppato con l'attività del Ros che tramite De Donno e Mori si era messo in contatto con Vito Ciancimino ed i Corleonesi.
“Intendiamo dimostrare inoltre che il dialogo occulto tra parti delle istituzioni e i vertici di Cosa nostra proseguì anche dopo la strage di via D'Amelio del luglio del '92, dopo l'arresto di Vito Ciancimino del dicembre dello stesso anno e dell'arresto del boss Totò Riina avvenuto nel gennaio del 1993”. Stavolta a prendere la parola è il titolare dell'inchiesta Antonino Di Matteo che ha proseguito: “Questo dialogo occulto proseguì anche attraverso durissime missive ricattatorie, la più importante delle quali ad opera di sedicenti parenti di detenuti per mafia - ha proseguito Di Matteo - La minaccia proseguì con l'attentato di Roma che coinvolse anche Maurizio Costanzo, l'attentato di via dei Georgofili del maggio '93 e gli attentati di Milano e Roma per intimidire ulteriormente le istituzioni per attenuare il trattamento penitenziario dei detenuti più pericolosi”. “Intendiamo dimostrare - ha aggiunto il magistrato - come ci siano stati inequivocabili segnali di cedimento di soggetti per il trattamento penitenziario”. Quindi ha parlato della mancata proroga di 334 decreti di carcere duro, il cosiddetto 41 bis, per altrettanti mafiosi. “In quel periodo c'è stato l'avvicendamento del ministro Claudio Martelli alla Giustizia con Giovanni Conso e l'avvicendamento tra il capo del Dap Nicolò Amato con il duo Adalberto Capriotti e Francesco Di Maggio”. Poi ha annunciato che la Procura “intende dimostrare la certa individuazione del Ros dell'allora latitante Nitto Santapaola nell'aprile del '93 e la mancata attivazione per la cattura del latitante”. Per uno schema che rientrava nella trattativa e che anche successivamente venne messo in atto in occasione del mancato blitz a Mezzojuso, dove si nascondeva il capomafia Bernardo Provenzano. “A nulla valsero le segnalazioni del colonnello Riccio che aveva trasmesso le confidenze di Luigi Ilardo, ucciso proprio pochi giorni prima che la sua collaborazione con la giustizia diventasse ufficiale. Il Ros indagava su Provenzano e i due ufficiali Subranni e Mori, oltre a non intervenire per la cattura dell'allora latitante, non trasmisero alcuna comunicazione alla Procura competente per le indagini che era quella di Palermo”. Tematiche da approfondire a prescindere dalla sentenza del processo Mori-Obinu (le cui motivazioni sono attese entro il 17 ottobre prossimo) che ha visto assolvere in primo grado gli ufficiali dell'arma dall'accusa.
Inoltre è stata richiesta l'acquisizione di documentazione, ed anche l'accettazione della lista testi, in merito alle vicende successive al 1994 (compreso il fallito attentato all'Olimpico ndr), che hanno portato Cosa nostra a “ricercare nuovi referenti politici per tramite dell'ex senatore Marcello Dell'Utri che aveva un collegamento diretto con Silvio Berlusconi”.
La necessità di fare chiarezza su certe azioni per la Procura di Palermo va espressa anche a prescindere dai ruoli istituzionali che si rivestono. Ancora una volta Di Matteo ha evidenziato la necessità di citare a deporre come teste il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (già nella lista testimoniale depositata ai giudici ndr).
“La testimonianza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano al processo per la trattativa tra Stato e mafia è certamente pertinente e rilevante in questa sede dibattimentale – ha detto il pm durante la relazione riferendosi in particolare a una telefonata intercettata tra l’ex consigliere giuridico di Napolitano Loris D’Ambrosio, morto un anno fa, e l’ex ministro Nicola Mancino, tra gli imputati del processo accusato di falsa testimonianza. Si tratta di quella del 5 aprile 2012, tra l’altro, all’indomani della lettera inviata dal Colle al Procuratore generale della Cassazione, dopo che Mancino aveva trasmesso per iscritto alcune rimostranze, D’Ambrosio disse a Mancino: “Il Presidente condivide la sua preoccupazione cioè, diventa una cosa... inopportuna...”. E Mancino aveva replicato: “Questi si dovrebbero muovere al più presto”. Ma ci sono anche altre telefonate intercettate. in un’altra telefonata, del 25 gennaio, D’Ambrosio parlò con Mancino della sua nomina al Viminale nel luglio ’92, al posto di Vincenzo Scotti. Non solo “È importante ascoltare Napolitano - ha detto Di Matteo - perché è l’unica possibilità per approfondire i timori espressi da D’Ambrosio nella lettera che il consulente giuridico inviò allo stesso Capo dello Stato il 18 giugno 2012. Nella missiva D'Ambrosio esprimeva il timore di essere stato usato 'come l'ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo di indicibili accordi' facendo riferimento a fatti accaduti tra l'89 e il '93”.
E sui vari colloqui tra il Quirinale e il “privato cittadino” Nicola Mancino ha escusso il pm Francesco Del Bene. Partendo dall'accusa nei confronti dell'ex ministro, il quale avrebbe reso false dichiarazioni durante il processo innanzi al Tribunale di Palermo a carico di Mori e Obinu in relazione alla reale motivazione sull'avvicendamento con Scotti, nel giugno 1992, al momento della costituzione del governo Amato, “si cercherà di dimostrare che l'avvicendamento sia avvenuto per dare un segnale politico di distensione”. Non solo. Per la Procura Mancino avrebbe mentito “negando la conoscenza dei contatti intrapresi dagli ufficiali dei Carabinieri del Ros, Mori e De Donno, con Vito Ciancimino, oltre ad aver negato le lagnanze del Ministro della Giustizia Martelli sull'operato non autorizzato dello stesso Ros per aver avviato suddetti contatti per fermare le stragi, senza informare ufficialmente l'esecutivo e la magistratura e comunque l'organo investigativo competente, ovvero la neonata Dia”. Ed è anche per questo che la Procura ha chiesto la citazione tra i testi di Claudio Martelli e dell'allora capo della Direzione Affari Penali del Ministero della Giustizia, Liliana Ferraro i quali dovranno comunque riferire su altri temi.
Del Bene ha anche espresso la richiesta alla Corte della trascrizione di alcune significative intercettazioni tra Mancino e D'Ambrosio (avvenute in un breve lasso di tempo ndr) con cui l'ex ministro, oggi privato cittadino, si è attivato tramite diversi canali istituzionali “al fine di decidere e condizionare le indagini della procura della Repubblica di Palermo che lo riguardavano personalmente”. “Un attivismo che si è concretizzato – prosegue il pm – in due attività. Il tentativo mediante D'Ambrosio di sollecitare i poteri di intervento della DNA al fine di un maggiore coordinamento delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Palermo e da quella di Caltanissetta, sino a prospettare l'eventualità dell'avocazione delle stesse; ed ancora il tentativo di sottrarsi ad attività dibattimentali dinanzi al Tribunale di Palermo nell'ambito del processo penale nei confronti di Mori e Obinu, essendo stato richiesto dai pm il confronto con Martelli in merito ai contatti non autorizzati dei Carabinieri del Ros con Ciancimino e le lagnanze sollevate dall'allora Guardasigilli”.
Sulla richiesta del Pm e su tutte le istanze di ammissione delle prove fatte dalla Procura, dopo le contro deduzioni delle difese, dovrà pronunciarsi la Corte di Assise presieduta da Alfredo Montalto, probabilmente alla prossima udienza del 10 ottobre.
Ciancimino e le dichiarazioni spontanee
 Quando tutto sembra concluso ecco che a prendere la parola è Massimo Ciancimino, imputato di concorso in associazione mafiosa e calunnia nei confronti di Gianni De Gennaro, e al tempo stesso testimone al processo. “Da quando ho iniziato a rispondere alle domande dei magistrati nei giorni precedenti ai processi ho subito ogni forma di attacco personale teso a minacciarmi o a screditarmi” ha detto. “Così è accaduto pochi giorni prima del processo a carico del generale Mori, quando ho ricevuto minacce anonime presso la mia abitazione di Bologna, così è accaduto all'udienza preliminare di questo processo quando la procura di Roma ha depositato delle intercettazioni al fine di screditarmi”. Quindi ha letto una lettera minatoria che ha detto di avere ricevuto lo scorso 27 maggio. Nella missiva, che secondo Ciancimino sarebbe solo l'ultima di una lunga serie di intimidazioni e manovre finalizzate a interrompere la sua collaborazione con i magistrati, l'anonimo lo invita a non parlare più della trattativa e a non collaborare più con i magistrati. “Gli avevamo assicurato la protezione se avesse smesso di parlare - scrive l'anonimo - solo noi lo possiamo proteggere”. Nella missiva si dice che molti dei giudici coinvolti nel processo, dall'attuale presidente della Corte di Assise, al Gip e ai Pm, vengono seguiti e tenuti sotto osservazione. Quindi l'anonimo continua “Questo processo deve essere fermato si tiri fuori”.
Il ritorno di Ingroia
Ma la vera sorpresa è il ritorno di Antonio Ingroia, non più al loro fianco come parte dell'accusa ma come avvocato di parte civile. A nominarlo è stata l'associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, presieduta da Giovanna Maggiani Chelli, come sostituto processuale dell'avvocato Danilo Ammannato. Una nomina che segue a quella di appena tre giorni fa in cui il leader di Azione civile è stato nominato commissario liquidatore di Sicilia e-Servizi, società partecipata della Regione siciliana. “Sono emozionato come un alunno il primo giorno di scuola - ha detto l'ex giudice comunque ben accolto dai suoi ex colleghi. “Visto che ho sempre svolto un ruolo su altri banchi – ha detto Ingroia - oggi sono qui con un ruolo non meno importante, di responsabilità, quale è l'avvocato di parte civile per tutelare l'interesse dei familiari delle vittime delle stragi mafiose. E' importante che al fianco dello Stato, che fa la sua parte per accertare la verità, cioè la Procura, ci sia anche la società dei cittadini onesti rappresentata dalle associazioni dei familiari delle vittime. Sul piano professionale è un'esperienza che faccio con grande stimolo. Io vengo da pm e questo può essermi d'aiuto in questo nuovo ruolo”. Quindi dice di non temere le polemiche che seguiranno a questa scelta: “Le polemiche ci sono state ad ogni scelta che ho preso, ma non mi interessano. Forse sono incompatibile con l'Italia ma la realtà è che non lo sono né con l’attività di avvocato, né con quella di leader di Azione Civile. Comunque quel che ritengo importante ora è dare il mio modesto contributo. L'ho fatto da magistrato in quest'aula e potrò darlo anche da un'altra parte. Nostalgia? Mi mancava il contatto con questo processo ma non parlerei di nostalgia piuttosto di orgoglio per la storia passata e motivazione in più per andare avanti sulla stessa strada”.
Da parte sua il presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili Maggiani Chelli ha motivato così la scelta: “Quando abbiamo saputo che Ingroia aveva iniziato ad esercitare le professione di avvocato – spiega la Chelli – ci è sembrato naturale contattarlo dato che è preparatissimo sulla materia”.

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